CHE COS’E’ L’ANSIA?
L’ansia è la conseguenza di uno stato esponenziale di attivazione psicofisiologico legato a un pericolo che la persona avverte come imminente.
Va subito precisato che non tutta l’ansia è negativa. Una giusta quota di attivazione, infatti, diventa essenziale per avvisarci di un pericolo nei paraggi; senza tale avvertimento, non avremmo la possibilità di distinguere situazioni dal quale stare lontani o in allerta.
Tuttavia, lo stato di attivazione diventa significativo quando non è più proporzionale al pericolo che si sta realmente vivendo, impedendo il regolare funzionamento della vita quotidiana del soggetto che rischia di cominciare a sentirsi costantemente sotto pressione e in stato di minaccia per la propria incolumità, anche in assenza di un reale pericolo. Tale condizione, oltre a generare frustrazione, nei casi più importanti, tende a far sentire la persona sotto scacco, prigioniera del suo stesso corpo che diventa d’un tratto spaventato e al tempo stesso spaventante.
COME SI MANIFESTA L’ANSIA
L’allarme può essere legato a una situazione/immagine/pensiero/stimolo che funge da detonatore.
L’ansia può essere avvertita in vari modi e non in tutte le persone si manifesta nello stesso modo. Nella maggior parte dei casi si tratta di una o più sensazioni psicosomatiche fastidiose che innescano il meccanismo a catena.
Fra i sintomi somatici più comuni troviamo: sudorazione eccessiva, battito del cuore accelerato, respiro affannoso, palpitazioni, sudori freddi, sensazione di calore, nausea, formicolio, tensione. La diversa intensità con cui essi si manifestano rendono il disagio più o meno pervasivo.
Il disturbo d’ansia viene considerato clinicamente significativo quando incide sulla qualità della vita della persona che ne soffre.
In base al livello di incidenza sull’individuo le manifestazioni d’ansia possono variare di intensità sino a culminare in attacchi di panico.
Pamela Pipoli Psicologa, Torino