Quando la ricerca di sicurezza diventa una mania di controllo?
Il concetto del controllo, insieme a tutto ciò che esso rappresenta, può essere facilmente considerato l’emblema di chi soffre di disturbo ossessivo compulsivo. La ricerca incessante, rigida e inflessibile del controllo, quando si cristallizza nel tempo, conduce inesorabilmente in una direzione: una prigione dove le barriere invalicabili che ci sembrano protettive diventano sempre più impenetrabili, facendo della cella un luogo sempre meno accogliente, più buio e con meno aria per respirare liberamente. Nel corso del tempo, ci si abitua a tutto, alla luce ridotta, all’aria scarsa, ma sembra che la sete di deprivazione di chi gestisce l’organizzazione sia insaziabile. Il motivo è sempre lo stesso: è il modo migliore che abbiamo trovato per sentirci meglio, quindi il più adattivo.
E così, quella struttura, originariamente creata per esercitare un controllo sostanziale sul mondo esterno, paradossalmente prende vita propria, proprio oltre la nostra capacità di controllo. Quindi, le rassicurazioni che una volta erano sufficienti per non sentirsi costantemente sotto assedio non bastano più, perché la paura diventa essa stessa la minaccia. Anche la struttura più fortificata al mondo è cominciata da un mattone!
Che si presenti come il guardiano, il custode, il cuoco, l’addetto alle pulizie o il direttore, dietro a tutto ciò c’è sempre l’ossessione o la compulsione del momento che tendono la mano per avvisare di un pericolo imminente o preparare all’eventualità di un danno irreparabile. Chi ha sperimentato più di una ossessione nella vita sa bene che queste possono variare nell’aspetto, ma il meccanismo sottostante rimane invariato. È sufficiente che qualcosa nella vita quotidiana riporti a quell’aspetto in cui ci si sperimenta vulnerabili, e la messa in discussione è già avvenuta.
Come capire se si ha un disturbo ossessivo compulsivo?
Quante volte ti sei ritrovato a pensare:
“se non faccio questo… accadrà questo”,
come se la conseguenza fosse realmente inevitabile?
E ancora, quante altre volte hai pensato:
“se non è successo è solo perché sono riuscito a evitarlo? ”
Quando si è ingaggiati in questo circuito da tanto tempo, può accadere persino di aver dimenticato il motivo di tanta precisione, vivendo la situazione come se ci fosse alla guida un pilota automatico e autocratico; questo si traduce nell’impulso verso l’attuazione immediata della compulsione.
Il controllo si rivela soltanto un’illusione ingannevole soprattutto perché momentanea. Così, la persona:
- con l’ossessione per l’ordine e la simmetria che dedica ore a garantire che tutto sia posizionato in modo impeccabile come ha fatto mille volte prima,
- superstiziosa che ripete le stesse azioni in serie con gesti e movimenti specifici,
- che teme la contaminazione e si sottopone a una serie di pratiche di pulizia per sentirsi al riparo dalle malattie,
- ipocondriaca che si priva di occasioni per evitare qualsiasi rischio,
sono tutti esempi della medesima situazione in cui coesistono:
- attivazioni emotive sregolanti
- metodi disadattivi per bloccarle o evitarle
Limitando progressivamente la libertà nella quotidianità, le pratiche di compulsione o evitamento, possono dare l’impressione di seguire la strada giusta, finendo per imporre forti restrizioni alla persona che le adotta. Niente sarà mai sufficiente a meno che non si prenda coscienza della situazione e si decida di smantellare gradualmente il sistema illusorio che si è costruito pezzo dopo pezzo. Anche nelle prigioni, viene concessa l’ora d’aria!
Come sconfiggere il DOC da controllo?
Questo lavoro richiede altrettanta precisione e potrebbe necessitare dell’aiuto di un alleato fidato con cui collaborare: un esperto demolitore disposto a lavorare con cura mattoncino dopo mattoncino e ad adattarsi alle esigenze diventando muratore, pittore, decoratore o giardiniere per rendere la struttura un luogo più accogliente e vivibile, tenendo conto delle peculiarità della persona che vi soggiorna. Infatti, per avviare questo processo, è necessario essere disposti a contribuire con le proprie risorse, poiché l’architetto, l’ingegnere e il capocantiere di questa ristrutturazione rimani sempre tu.
Un buon punto di partenza consiste nel mettere in discussione il fatto che più si eseguono le compulsioni in modo impeccabile e più ci si avvicina al desiderato benessere. Se questa sensazione di sollievo rimane temporanea, allora perché rinforzarla? Sei disposto provando a cambiare le condizioni?
Domande e risposte
Domanda: Perché le compulsioni offrono solo un sollievo temporaneo?
Risposta: Le compulsioni non affrontano la causa sottostante dell’ansia o del timore, fungendo solo da palliativo momentaneo che rinforza il ciclo ossessivo-compulsivo.
Domanda: È possibile liberarsi completamente dal DOC?
Risposta: Con un trattamento adeguato e un impegno personale, molte persone riescono a gestire efficacemente i sintomi del DOC, migliorando significativamente la loro qualità di vita.
Domanda: Quali sono i primi passi da compiere per chi soffre di DOC?
Risposta: Riconoscere il problema e cercare il supporto di un professionista della salute mentale qualificato sono i primi passi cruciali verso il recupero.
Domanda: Perché non c’è più comunicazione e si accettano determinate condizioni?
Risposta: Perché non è facile ribellarsi moralmente contro un meccanismo che è stato messo lì con la funzione di proteggerci.
Domanda: Come sono arrivato a questo?
Risposta: Un giorno, è stato il modo migliore che hai trovato per non sentirti più vulnerabile a ciò che ti attivava.
Domanda: Perché tutte le rassicurazioni, le compulsioni e i rituali funzionano solo momentaneamente?
Risposta: Perché non sono la soluzione al problema.
Domanda: Perché ha regole così rigide e punitive un qualcosa che invece nasce per difenderci?
Risposta: Perché le “migliori intenzioni” diventano di gran lunga più pretenziose delle minacce da cui ci difende.
Domanda: Quindi, c’è una parte sadica in noi?
Risposta: No, ma c’è una parte che ha probabilmente perso il senso del pericolo nel presente ed è disposta a fare qualsiasi cosa per farci sentire al sicuro. Ti sorprenderesti nello scoprire come, dietro le peggiori strategie punitive, si celino le nostre risorse più preziose.